I 50 anni della Chevrolet Corvette: il decennio 1953-1963.
Nel 1953 aveva inizio l’era della Corvette, per anni l’unica vera auto sportiva americana. Disegnata da Harley Earl e presentata al Motorama GM di quell’anno, in qualità di concept car, ebbe un tale successo di pubblico da indurre le alte sfere della General Motors a produrla in serie.
Per la verità in lei credevano poco, tanto che il compito venne portato avanti modificando al minimo le parti disponibili in produzione: un telaio accorciato a 102 pollici di passo (poco più di 2 metri e mezzo), il classico 6 cilindri Chevrolet, posizionato più indietro per migliorare la distribuzione dei pesi, con un po’ di compressione in più e tre carburatori. In questo modo si ottennero 150 cv e poiché nessun cambio Chevrolet era progettato per una potenza così alta, anziché chiedere aiuto alle altre Divisions, si puntò sul prestazionale cambio automatico Powerglide a due sole marce.
La folla preme davanti alla nuova Corvette al Motorama Show del 1953.
Per evitare una emorragia di biglietti verdi, la carrozzeria venne realizzata in vetroresina, tecnica non del tutto nuova neanche per il 1953, ma adottata per la prima volta da un grande costruttore per la costruzione in serie. Una caratteristica della Corvette che verrà conservata anche negli anni a venire.
La prima Corvette, con le tipiche griglie sui fari
Le prime 300 Corvette, costruite nel 1953, erano tutte bianche. Il modello 1954 ebbe un po’ di colori in più fra cui scegliere e fu costruita in 3640 esemplari, che si vendettero molto lentamente, a un prezzo piuttosto elevato se paragonato alle prestazioni.
Per il 1955 la Chevrolet Division disponeva finalmente di un 8V “small block” che venne subito montato sulla Corvette. L’accelerazione da 0 a 100 Km/h migliorò di tre secondi netti, ma la General Motors si limitò a produrne solo 700 avendo i piazzali ancora pieni del modello precedente.
E’ brutta, grezza e verniciata male. Ma è made in USA, è contemporanea dell’auto vera e per lungo tempo è stata l’unica miniatura in scala 1:43 circa della prima Corvette: è il modellino della Tootsietoys.
Però la possibilità di avere un motore ad 8 cilindri e buone prestazioni indicò la strada da seguire. La Corvette divenne un oggetto dei desideri, non più solo per lo stile, ma anche per il piacere di bruciare l’antipatico vicino di casa ai semafori.Nella sua carriera la Corvette avrebbe condotto la 500 miglia di Indianapolis per 11 volte come pace car (l’ultima volta nel 2012), diventando un’icona della storia dell’auto.
La Corvette del 1956
Nel 1956 venne presentata una nuova carrozzeria, con una nuova coda priva di quelle curiose pinne della prima serie e con fianchi più muscolosi. L’anno successivo arrivò l’alimentazione ad iniezione: in questo modo si otteneva il magico numero di 1 cavallo di potenza per pollice cubo di cilindrata, cioé 283 per la precisione. In quell’anno venne anche offerto un cambio manuale a 4 marce. Il sistema di iniezione non era però esente da difetti e, oltre ad essere un optional costosissimo, causò un mucchio di problemi e lamentele. Alla fine molte vetture vennero addirittura riconvertite per funzionare con i classici carburatori.
La Corvette del 1958 caratterizzata dall’adozione dei quattro fari
Coda rifatta per il 1961-62, qui da una brochure dell’epoca
Per il 1958 la Corvette sfoggiò una parte anteriore completamente rifatta, con doppi fari e griglia del radiatore fiancheggiata da due aperture supplementari; un nuovo cruscotto, più elegante e sportivo, con tutti gli strumenti ben raggruppati. La grigliatura di sfogo dell’aria del cofano motore fu una esclusiva di questa versione. Le versioni 1959-60 ebbero un cofano liscio senza aperture e qualche cromatura in meno che contribuiva a rendere più piacevole la linea. Il modello 1961 si distingueva per una coda più moderna, completamente rifatta e spigolosa, con 4 luci circolari, che passò immutata all’anno seguente, anno in cui finalmente la Corvette poté avere un motore da 327 pollici cubi con una potenza di ben 340 cv. Il 1962 fu l’ultimo anno per la prima generazione di Corvette, chiamata C1 e l’ultimo in cui la Corvette venne offerta solo come cabriolet: un hardtop (opzionale) la trasformava in vettura chiusa nella stagione meno favorevole, ma si acquistava a parte e non era fisso.
Corvette Sting Ray 1963
Con la C2 si entrava nella generazione delle “Sting Ray”. Anch’essa in fiberglass, era più compatta e moderna della versione precedente. Nacque da una idea di Bill Mitchell del 1959, chiamata anche “Q Corvette” ed ebbe una sua evoluzione attraverso la concept “Mako Shark”. Era la prima coupé sul pianale Corvette ed aveva una coda caratteristica, con il lunotto diviso in due. Per guardarci attraverso, le prime Sting Ray avevano due specchietti retrovisivi, ma questo generava confusione e vennero presto sostituiti dallo specchietto centrale classico e, nel 1964, per semplificare il tutto, il lunotto fu modificato in un pezzo solo. Altre caratteristiche erano la sospensione posteriore indipendente ed i fari a scomparsa. Con alcune evoluzioni sarebbe rimasta in produzione fino al 1967.
La Corvette Sting Ray del 1963 vista di tre quarti posteriore
Scatola di montaggio della Ideal, in scala 1:24 circa, modello davvero difficile da trovare.
Corvette 1953 della cinese MF (Motor Force) in lamiera, scala 1:18 circa
La Corvette è un’altro di quei casi in cui la fama dell’auto vera ha sempre tenuto desta l’attenzione dei fabbricanti di modelli. Fin dal suo primo apparire essa è stata oggetto di riproduzioni, più o meno fedeli e volendo elencarle tutte, si rischierebbe sempre di lasciarne fuori qualcuna.
Stesso modello ma versione 1954 (rossa) con hardtop. Marca MF, scala 1:18 circa
Meglio dunque proporre una carrellata fra giocattoli, pezzi rari e modelli più comuni, per illustrare il primo decennio della celebre due posti americana.
Corvette 1953, Maisto, 1:43
Corvette 1954, promozionale PMC in scala 1:25
Di là dall’Oceano sono venute le prime miniaturizzazioni, fra le quali non poteva mancare una grezza macchinina della Tootsietoys, nello stile che tutti conosciamo ma che è lungi dal potersi chiamare un bel modello in scala 1:43. Ci furono dei giocattoli, alcuni dei quali prodotti dalla Ideal e dalla PMC, che vennere utilizzati come promozionali e man mano che la vettura evolveva e aveva successo, vennero introdotte le scatole di montaggio, sia nella popolare scala 1:24 che nella più economica 1:32.
Corvette 1953, AutoArt, scala 1:18
Corvette 1953, Road Champs, scala 1:43
Corvette 1954, AutoArt, 1:18
La prima Corvette venne curiosamente scelta dalla Monogram negli anni ‘80, per una serie (presto interrotta) di kit in plastica con carrozzeria in metallo. Un clamoroso controsenso essendo l’auto vera di plastica (o meglio vetroresina). Il kit fu presto ritirato e sostituito da una scatola più convenzionale contenente la carrozzeria di plastica. Oggi se vogliamo una bella C1 in scala 1:18 possiamo contare sull’eccellente modello AutoArt, che ci ripaga ampiamente del prezzo impegnativo. Una miniaturizzazione apprezzabile é stata realizzata qualche anno fa dall’americana Road Champs, in scala 1:43, nelle varianti aperta (model-year 1953) e chiusa con hard-top (model-year 1955), entrambe con porte e bagagliaio apribili. Anche l’americana Franklin Mint ebbe in catalogo un’accurata miniaturizzazione in scala 1:24 della Corvette del 1953.
Corvette 1955 con hardtop, Road Champs, 1:43
Corvette 1956, Franklin Mint, scala 1:43
A motivo che ogni fabbricante sceglieva la “sua” Corvette, abbiamo molti modelli della C1 apparsi nel corso degli anni e sempre più proporzionati e fedeli all’originale. I modelli 1956 e 57 in scala 1:43 ci sono stati forniti da Matchbox serie Dinky, da New Ray, dalla Franklin Mint e dalla Maisto, quest’ultimo in scala 1:64, o in kit in scala 1:24 della Monogram.
Corvette 1956 con hardtop, Matchbox Dinky Series, 1:43
Corvette 1956 con hardtop, Maisto, 1:64
Corvette 1957, MF, scala 1:18 circa
Corvette 1957 fuel injection, Yatming, 1:43
Corvette 1957 fuel injection, Newray, 1:43
Corvette 1957 fuel injection, Burago, 1:18
Sono senz’altro le versioni 1957, specie se marcate con le scritte “fuel injection” e quelle a quattro fari prodotte fra il 1958 e il 1960 ad essere le più numerose. Il successo della Corvette è legato soprattutto a queste serie, muscolose e aggressive nella linea e nella meccanica e di conseguenza la maggior parte dei produttori di modelli in scala ha scelto questi soggetti. Non la trovate nelle fotografie qui pubblicate, ma anche la Franklin Mint ebbe nel suo ampio programma una bella riproduzione della Corvette del 1958 in scala 1:24. Un modello in scala 1:6 della Corvette del 1957, ricco di dettagli realistici, é stato a suo tempo realizzato dal marchio statunitense Highway 61.
Corvette 1959, Kit MPC scala 1:25
Corvette 1959, Spark, 1:43
Sting Ray concept car, Mattel Hot Wheels, 1:66
Corvette 1960 con soft-top, Vitesse, 1:43
La Top Model ha realizzato in scala 1:43 le Corvette che corsero alla 24 Ore di Le Mans nel 1960
Immagine delle Corvette alla partenza della 24 Ore di Le Mans del 1960
La versione 1961-62, con la coda appuntita è meno diffusa e volendola oggi c’é l’eccellente modello in scala 1:18 della AutoArt, oppure bisogna andare a cercare il vecchio modello della Ertl, sempre in scala 1:18, il cui stampo è oggi ripreso da Auto World che non risulta avere – per ora – importatori italiani. Ci sono anche due scatole di montaggio (Revell e AMT) in scala 1:25, oggi non facili da trovare.
Corvette 1961 in versione dragster, GMP, 1:18
Corvette 1962, AutoArt, 1:18
Scatola di montaggio Corvette 1962, Revell, scala 1:15
La serie C2 comincia con la Sting-Ray del 1963, vettura che ha colpito i fabbricanti di giocattoli e continua a interessare oggi molti produttori, per cui possiamo abbastanza agevolmente coprire l’intero decennio. Si può partire dalla piccola Corgi Toys in scala 1:43, contemporanea dell’auto vera e dotata di fari girevoli con 4 brillantini a scomparsa, divertirsi sulle piste elettriche con le Aurora e le Tyco in scala 1:66, oppure sfoggiare un giocattolo di latta made in Japan come quello della Ichida.
Corvette Sting Ray 1963 con fari aperti, Corgi Toys, 1:43
Corvette Sting Ray 1963, Pilen, 1:43
Corvette Sting Ray 1963, Del Prado, 1:43
Corvette Sting Ray 1963, Ichida, scala 1:18 circa
Corvette Sting Ray 1963, ME China, scala 1:18 circa
Per chi non lo trovasse esiste una copia made in China, ma è piuttosto goffa e i due lunottini posteriori sembrano di più ai finestrini di una capsula Mercury della Nasa che a quelli dell’auto vera. Chi vuole un modello ancora più grande può cimentarsi con il kit MPC in scala 1:12, ma lo si può trovare con una certa difficoltà forse solo su ebay. Il modello della Corgi venne copiato dalla spagnola Pilen che introdusse le porte apribili, le ruote a raggi ed eliminò i fari a scomparsa. Tra le riproduzioni in scala artigianali, ma di qualità, possiamo citare la Sting Ray coupé della Brooklin in scala 1:43 in metallo. Citiamo anche le Sting Ray coupé 1963 della Franklin Mint, con parti apribili in scala 1:43 ed 1:24 e le più recenti in scala 1:43 della Ixo e della Minichamps.
Corvette Sting Ray 1963, slot-car, Aurora, 1:66
Corvette Sting Ray 1963, slot-car, Tyco, 1:66
Corvette Sting Ray 1963, Brooklin, 1:43
Corvette Sting Ray 1963, Ertl, 1:18
Corvette Sting Ray 1963, Ideal, 1:39
La riuscita Corvette Sting Ray coupé 1963 di Minichamps in scala 1:43
Se la Sting Ray coupé ha focalizzato i produttori dell’epoca, molto meno lo ha fatto la versione convertibile. Un eccellente modello in scala 1:18 é disponibile nell’ampio catalogo AutoArt. Ed é proprio Autoart che ha riprodotto in scala le più belle Corvette di ogni epoca. Per chi vuole mettersi in collezione una riproduzione della Corvette Sting Ray convertible in scala 1:43, ci ha pensato la Minichamps, con un modello curato nelle proporzioni e nelle finiture, come é tradizione di questa nota azienda tedesca.
La Minichamps ha realizzato anche una fedele riproduzione della Sting Ray Convertible 1963
La bellissima Corvette Sting Ray cabriolet 1963 AutoArt, scala 1:18
Particolare del vano motore della Corvette Sting Ray 1963 coupé di Autoart, scala 1:18
Vista di tre quarti della Corvette Sting Ray coupé 1963 di Autoart, scala 1:18
Particolare dell’interno della Corvette Stng Ray coupé 1963 di Autoart, scala 1:18
La realistica Corvette Sting Ray coupé 1963, Autoart, scala 1:18
Dall’archivio GM una bella inquadratura della filante coda della Corvette Sting Ray coupé 1963
Un disegno della Chevrolet Corvette del 1953 dall’archivio della General Motors
